Il profumo dei dolci viaggia su raggi di luce, riverberi sottili imbucati dalla trama fitta delle grate, appena mossi dalle sagome lente delle monache.
La ruota cigola lenta attorno alla colonna istoriata di marmo e scopre un vassoio ricolmo di piccoli bonbon , ricami di zucchero e pasta di mandorla. Una delizia dietro l’altra, sapori antichi custoditi dalle ultime suore pasticcere di Sicilia. Sono rimasti quattro i conventi che sfornano ancora dolcetti e biscotti, una tradizione probabilmente di origine medievale, al suo massimo splendore con gli spagnoli dal Cinquecento in poi. “Al Principe piacevano i mandorlati che le monache confezionavano su ricette centenarie”.
Così Giuseppe Tomasi di Lampedusa rende omaggio nel suo Gattopardo ai biscotti ricci delle benedettine del monastero del Santissimo Rosario, una ricetta del 1680. Gli ingredienti principali sono le mandorle e lo zucchero, il resto è top secret. Ancora oggi è possibile acquistarli nello stesso parlatorio dove “Tancredi e padre Pirrone avrebbero atteso confortati dai mandorlati che sarebbero apparsi attraverso la ruota”. A Mazara del Vallo le benedettine di San Michele Arcangelo dal 1600 sono le depositarie della ricetta dei muccunetti, palline di pasta di mandorla ripiene di conserva di zucca. Un pasticcino ma anche un delizioso ricostituente, suggerito dai pediatri del paese ai bambini inappetenti.
Ad Alcamo fra i vicoli arabi del centro storico, le suore del monastero della Badia fanno miracoli con i fichi secchi, incastonandoli in prelibati scrigni di pasta frolla. Ma è ad Erice che la tradizione dei dolci monacali vanta le maggiori testimonianze. Nella cittadina medievale che dall’alto domina Trapani, i conventi hanno chiuso i battenti nel 1964; sono rimaste le pasticcerie locali ad ereditarne le ricette. Nei laboratori che animano di odori le venule lastricate dell’antico borgo, le ultime apprendiste delle suore cesellano le decorazioni floreali che impreziosiscono la glassa dei dolci di riposto, delicati bauletti con conserva di cedro. Monacali sono pure i bocconcini di mandorla, gli amaretti, i frutti di Martorana, i quaresimali, i mustazzoli. Una nebbia antica che sa di cannella, mandorle e chiodi di garofano.
di Giacomo Pilati