L’originario paese di Gibellina costruito nel quattordicesimo secolo sul bacino del fiume Belice, intorno al castello di Manfredi Chiaramonte, fu raso al suolo dal terribile terremoto del 1968. Per non lasciare che il tempo cancellasse per sempre questo luogo anche dalla mente, l’artista Alberto Burri ricoprì le rovine con un simbolico lenzuolo di cemento bianco. La sua immensa opera, il Cretto di Gibellina, è visibile a distanza di chilometri immersa in uno spazio dove il tempo e l’uomo sembrano essere assenti. Vi si giunge dopo avere attraversato una campagna in cui le coltivazioni rubano spazio ad una natura prorompente, colline e vallate in cui lo sguardo si perde, a volte fino al mare.
La Nuova Gibellina è stata ricostruita a diciotto chilometri di distanza dall’antico centro e grazie al Sindaco di allora, Ludovico Corrao, sono stati organizzati dei veri e propri laboratori d’arte a cui hanno partecipato diversi artisti provenienti da tutto il mondo.
Gibellina oggi è una stupefacente città museo, la sua collezione di opere d’arte contemporanea è tra le più grandi d’Europa.
All’ingresso del Paese, ormai simbolo indiscusso della intera valle, si trova la Stella D’acciaio progettata da Pietro Consagra, intitolata Ingresso al Belìce.
Fulcro della città è la Piazza del Municipio, un edificio progettato da Alberto e Giuseppe Samonà e Vittorio Gregotti decorato con i pannelli in ceramica di Carla Accardi, La Torre civica, in cemento e ferro, di Alessandro Mendini , e numerose macchine sceniche progettate per le Orestiadi da autori come Arnaldo Pomodoro e Consagra (Città di Tebe). Grandi opere architettoniche impreziosiscono la città .
Il Sistema delle piazze comunicanti tra loro e delimitate da un lungo portico-recinto dell’ architetto Franco Purini e Laura Thermes.
Il Palazzo Di Lorenzo dell’architetto Francesco Venezia che racchiude nel cortile interno, come in uno scrigno, la facciata di un antico palazzo di Gibellina Vecchia e i due Giardini segreti dello stesso architetto.
La chiesa Madre, una sfera incastonata in un cubo progettata da Ludovico Quaroni con Luisa Anversa riconosciuta dalla Regione Siciliana, come opera contemporanea di grande interesse artistico. Il sinuoso Palazzo Meeting di Consagra .
Imperdibile, nel Museo Civico d’Arte Contemporanea (MAC), la serie di opere dedicate ai bambini di Gibellina ed eseguite in loco dall’artista Mario Schifano nel 1984, dieci grandi tele che ci raccontano Il Ciclo della natura. E poi centinaia di opere di altri grandi artisti tra cui Guttuso, Accardi, Consagra, Sanfilippo, Rotella, Pirandello e i bozzetti di opere architettoniche di Gibellina Nuova e del Cretto di Burri .
Poco fuori dal paese, su un’altura da cui si coglie la bellezza del paesaggio circostante, si trovano le Case di Stefano, un antico baglio al cui interno si custodiscono: l’Istituto di Alta Cultura Fondazione Orestiadi, il Museo delle Trame del Mediterraneo con una raccolta di opere d’arte lasciate in dono dagli artisti alla città, la biblioteca Empedocle con più di 5000 volumi anche in lingua, e un Centro di Documentazione Orestiadi (CDO) che raccoglie cataloghi e pubblicazioni.
Nel periodo estivo, la rassegna delle Orestiadi porta avanti la vocazione avanguardista del luogo con rassegne teatrali, di poesia, arti visive e musica.
Nel territorio di Gibellina si trova anche un’area archeologica risalente all’ età del bronzo e dei primi secoli del I millennio a.C., si tratta di circa quaranta sepolture dove sono stati rinvenuti alcuni manufatti fittili alcuni conservati presso il Museo Archeologico di Palermo.