Molto vicino alla città di Marsala si trova un minuscolo arcipelago di venti chilometri quadrati custode di quattro piccole isole tra cui la preziosa Mozia. Ci troviamo nella Riserva dello Stagnone nel territorio di Marsala. Mentre sulla terraferma si stagliano fieri i mulini a vento, la laguna protegge le numerose vasche di raccolta del sale che si snodano lungo la costa. Al tramonto questi grandi specchi d’acqua si tingono di accesi colori creando un forte contrasto con le bianche montagne di sale. Lo Stagnone è considerato una delle zone umide più importanti dell’Europa meridionale e comprende l’Isola Longa, Santa Maria, Schola e Mozia.
L’area comprende paludi salmastre, saline, grandi pozze d’acqua dolce, estesi giuncheti e variopinte macchie sempreverdi. Lo specchio d’acqua presenta fondali molto bassi (max 1,5 mt) e ricchi di posidonia.
Vegetazione
La vegetazione è varia e nei suoli ricchi di cloruro di sodio attecchiscono specie alofile quali la Suaeda, l’Artocnemo, la Salicornia, l’Alimo e il Limonastrio. Gli accumuli di Posidonia che il mare ha depositato lungo le coste ospitano la Calendula Marittima, piantina erbacea presente solo in alcune aree della Sicilia Occidentale e in Spagna.
Altre piante di notevole interesse: Limonio, giunco marittimo, endula bacicci, lentisco, palma nana.
Avifauna
Per quanto riguarda l’avifauna migratoria e stanziale si segnala: il Verzellino, il Cardellino, la Cappellaccia, il Mignattai, le Anatre selvatiche e i Fenicotteri rosa, Germani reali, Moriglioni, Alzavole, Marzaiole, Codoni, Fischioni e Volpoche. Lungo le sponde degli stagni salmastri si possono osservare anche Pivieri, Pittime, il Fratino, Cavalieri d’Italia ed Avocette, Aironi cinerini e delle candide Garzette.
Le acque calde e poco profonde della laguna rappresentano un ambiente ideale per numerosissime specie di pesci: Spigole, Orate, Saraghi, Sogliole, Anguille, Triglie, Cefali, Occhiate e Scorfani. La Riserva si trova a circa 8 km da Marsala e al suo interno si trova la Salina Ettore Infersa.
Ogni giorno decine di visitatori si aggirano lungo itinerari guidati fra i meandri del vecchio mulino del 1500 da poco ristrutturato, e attraverso le vasche. Chi si imbatte per la prima volta in questo paesaggio rimane senza parole. Il giro in salina parte dal mulino, si sale fino al cappello; da qui il paesaggio è lo stesso che tremila anni fa deve avere fatto innamorare i fenici, i primi forse ad avere impiantato queste vasche. Si scende giù e si passeggia fra le saline, assorbiti da un silenzio che entra dentro come aria. Nei vecchi magazzini, si assiste ai documentari che raccontano la lavorazione del sale, si comprano i prodotti della salina. Tempo permettendo si può vedere il mulino in funzione con le sue vele spiegate al vento.